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Casa del Fauno
La Casa del Fauno prende il nome dalla statua di un fauno danzante ivi rinvenuta. Occupa un’intera insula e fu costruito su una precedente dimora del III secolo a.C. che, con il suo hortus, si trovava sul sito di quello che oggi è il primo peristilio. La casa è stata scoperta e scavata intorno al 1830.Di fronte all’ingresso principale c’è la parola HAVE, che significa benvenuto. Nelle fauci si apre un piccolo vestibolo che presenta un pavimento riccamente decorato costituito da piccoli pezzi triangolari di marmo colorato e ardesia. Nella seconda parte della casa si trova il più famoso dei dipinti di mosaico antico, la battaglia tra Alessandro e Dario.Il mosaico è una riproduzione di un dipinto realizzato durante la vita di Alessandro.
Casa dell’ancora
La casa prende il nome dall’ancora raffigurata nel mosaico all’ingresso, che rappresenta un simbolo di pace e sicurezza. La seconda parte della casa è su due livelli: il livello superiore è centrato attorno ad un ampio terrazzo e il livello inferiore è occupato da un giardino. C’è una grande edicola nel portico e un altare. Data di scavo: 1826-1827; 1828-1829
La Casa della Fontana Piccola
La Casa della Fontana Piccola si trova in Via di Mercurio.La proprietà fu scavata per la prima volta nel 1823 e di nuovo nel 1826. Questa casa prende il nome da una fontana a mosaico sul retro del peristilio. L’atrio ha perso gran parte della sua decorazione ad affresco. Il pavimento è grigio scuro con piccole scaglie di marmo bianco.Sul lato est dell’atrio si trova il tablino.Il pavimento del tablino presenta un ampio bordo decorativo in mosaico bianco e nero.Il peristilio è colonnato su due lati.Sulla parete di fondo del peristilio si trova la “piccola” fontana. L’utilizzo della fontana-ninfeo, generalmente ricoperta di mosaici e decorata con sculture, divenne piuttosto diffusa a partire dalla metà del I secolo d.C.
La Casa del Poeta Tragico
La Casa del Poeta Tragico, scavata nel 1824, si trova all’angolo tra Via delle Terme e Via della Fullonica. La casa ha la classica disposizione di una casa sannitica. Le fauci hanno un pavimento in mosaico bianco e nero con il famoso mosaico di un cane legato ad una catena recante la scritta di avvertimento “attenti al cane”. All’estremità nord dell’impluvium c’è un puteale di marmo usato per attingere l’acqua dalla cisterna sottostante.L’atrio era riccamente decorato con sei grandi affreschi raffiguranti scene dell’Iliade.Il tablino ha un bel pavimento a mosaico bianco e nero con motivo geometrico.
La casa di Pansa
La Casa di Pansa occupa un intero isolato della città.La casa fu inizialmente scavata nel 1810 e di nuovo nel 1813, 1827, 1852 e infine nel 1943 dopo che la proprietà fu bombardata. Le fauci si aprono direttamente su un ampio atrio in stile tuscanico con impluvio centrale. Al centro del peristilio si trova un piccolo giardino con una vasca originariamente decorata con immagini di piante acquatiche e pesci su fondo azzurro. Il peristilio aveva sedici colonne ioniche che sorreggevano i margini interni del tetto e con al centro una piccola fontana.
La casa dei Vettii
Questa casa, scavata nel 1894-95, prende il nome da due sigilli in bronzo rinvenuti nei pressi di un forziere nell’atrio.I sigilli portavano i nomi di due fratelli liberti, Aulo VettiusRestitutus e AulusVettius Conviva.Come molte altre case degne di nota a Pompei, la casa è stata vittima dei bombardamenti durante la seconda guerra mondiale.La caratteristica che più colpisce entrando nelle fauci è l’affresco, a destra della porta, di Priapo, dio della fertilità e dell’abbondanza, probabilmente lì per allontanare il malocchio di chi invidiava la ricchezza e le circostanze dei proprietari. Le fauci si aprono sull’atrio che ha al centro un impluvio rivestito in marmo.L’atrio è senza tablino:sul lato ovest si apre direttamente sul peristilio e sul giardino.
La casa degli amorini dorati
Si pensa che questa casa, inizialmente scavata tra il 1903 e il 1905, sia appartenuta a GnaeusPoppaeus Habitus.Prende il nome dai dischi di vetro incisi con amorini trovati in un cubicolo al largo del peristilio.Dalle fauci si accede ad un atrio quadrato con impluvio centrale.L’atrio è oggi in cattive condizioni, ma da quanto rimane la decorazione del terzo stile sembra originariamente consistere in pannelli rossi con paesaggi figurati separati da bande nere.Sul lato ovest dell’atrio si trova il tablino anch’esso decorato nel terzo stile. Il tablino presenta un pregiato pavimento in mosaico bianco con un sottile bordo nero e un pannello decorativo centrale a disegno geometrico in bianco e nero impreziosito da tessere colorate. Il peristilio è colonnato su tutti e quattro i lati da eleganti colonne scanalate composte da mattoni a stucco.Al centro del peristilio si trova un piccolo giardino con laghetto ornamentale e fontana.
La casa del principe di Napoli
La Casa del Principe di Napoli ha una facciata piuttosto austera con alcuni resti di intonaco nella parte inferiore delle pareti esterne.Dalle fauci si accede direttamente all’atrio che ha un impluvio centrale e un tavolo in marmo con supporti riccamente intagliati. All’angolo nord-ovest dell’atrio c’è la cucina che ha un ripostiglio all’estremità occidentale.C’è una piccola nicchia sulla parete nord sopra il focolare e la latrina.Il giardino ha un larario in stile tempio dipinto nei toni del rosso e dell’arancio.
La villa di Diomede
La Villa di Diomede si trova sul lato sud della Via dei Sepolcri. La villa, scavata tra il 1771-74 prende il nome dalla tomba di Marco Arrius Diomede che si affaccia sull’ingresso sul lato opposto della strada. L’ingresso si apre direttamente su un peristilio al centro del quale si trovava un piccolo giardino. A sinistra dell’ingresso sul lato est del peristilio c’è un piccolo cortile triangolare contenente una vasca immersione ad acqua fredda. La parete di fondo della piscina era originariamente decorata con una scena di giardino. Il bagno privato è insolitamente completo, composto da un apodyterium, un tepidarium e un calidarium. Il calidarium ha una vasca da bagno e una nicchia semicircolare per il contenimento del labrum. Due corpi sono stati trovati vicino alla porta sul retro del giardino. Altri trentaquattro corpi sono stati trovati in altre parti della casa.
La villa dei Misteri
La Villa dei Misteri è famosa per avere una delle più importanti collezioni di affreschi decorativi del mondo romano.La villa risale originariamente al II secolo a.C., ma la sua configurazione attuale è stata impostata tra il 70 e il 60 a.C. Dopo il terremoto del 62 d.C. la villa fu ampiamente ristrutturata, trasformando quella che era stata una villa patrizia in una casa colonica funzionante, anche se piuttosto grandiosa.Un portale nella parete sud del cubicolo conduce alla stanza che contiene il celebre affresco dei Misteri Dionisiaci.L’affresco che abbellisce le pareti risale al I secolo a.C. ed è uno dei più famosi di tutta l’arte antica.Si pensa generalmente che il soggetto mostri i riti di iniziazione ai misteri dionisiaci, sebbene altri sostengano che i dipinti siano un’allegoria piuttosto stravagante sul matrimonio.Al centro del lato nord del peristilio si trova l’ingresso di un ampio passaggio che conduce al torcularium.
La casa della fontana Grande
La casa fu scavata per la prima volta nel 1826 e prende il nome dalla fontana monumentale posta in un ninfeo addossata al muro di fondo del suo piccolo giardino.L’imponente facciata e il portale sono costruiti con grandi blocchi di tufo Le fauci si aprono su un atrio di discrete dimensioni che ha al centro un impluvio rivestito in marmo.Accanto all’impluvio si trova un puteale utilizzato per attingere l’acqua dalla cisterna sottostante. La fontana è costituita da un frontone posto su una nicchia completamente rivestita a mosaico in tessere di vetro policromo. L’acqua scorreva da un’apertura rettangolare nella nicchia per precipitare giù per una piccola rampa di scale in una vasca sottostante. Il resto della decorazione è costituito da maschere tragiche su entrambi i lati della nicchia e una statua in bronzo di un putto con un delfino posta sul supporto circolare all’interno della vasca.
La casa del Labirinto
La casa, scavata per la prima volta nel 1834, risale al periodo sannitico e presenta due atri.Sia gli atri che le stanze adiacenti sono in cattivo stato di manutenzione, sebbene alcune stanze abbiano qualche decorazione sopravvissuta. Al centro della parete nord dell’atrio si trova il tablino con una grande finestra sulla parete nord che si affaccia sul peristilio e presenta alcune macchie rimanenti di stucchi. Le stanze più eleganti e meglio conservate della casa sono quelle disposte lungo il lato nord del peristilio.Il più grande dei saloni sul lato nord del peristilio è l’oecus corinzio con il colonnato interno composto da colonne scanalate di mattoni in stucco.
La casa di Apollo
La casa prende il nome dagli affreschi del mito di Apollo rinvenuti in un cubiculum sul retro del giardino. Essa era forse di proprietà di M. HerenulliCommunis, il cui nome è stato ritrovato su un anello scoperto nel 1830. La casa ha subito danni sostanziali durante l’eruzione e ha perso molti dei suoi dettagli decorativi da quando è stata scavata nel 1830. Dalle fauci si accede ad un atrio quadrato con impluvium centrale e ambienti su tre lati. L’immagine centrale sulla parete sud dell’atrio è di Apollo che tiene il sole nella mano sinistra. Nell’angolo sud-est c’è una rampa di scale che porta al piano superiore. Il tablino si trova al centro della parete ovest dell’atrio. È decorato nel quarto stile con tre grandi pannelli gialli incorniciati in rosso su entrambe le pareti laterali.