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Casa di Lucretio Frontone
La casa si trova lungo via di Nola, una strada solo parzialmente scavata e in parte ancora obliterata dalle ceneri del 79 d.C. L’abitazione, piccola ma estremamente raffinata, presenta delle preziose decorazioni in III stile (o stile Egittizzante), considerate dagli esperti, di qualità simile se non superiore a le coeve pitture individuate nella capitale dell’impero. Il tablinio mostra sulla parete destra il trionfo di Bacco e Arianna su carro trainato da buoi; sulla sinistra l’amore di Venere e Marte, un tema molto diffuso nella pittura pompeiana. La decorazione è completata da vedute paesaggistiche con ville marittime e giardini. La stanza a destra del tablino presenta, su delle pareti a fondo giallo, una teoria di amorini e dei quadri mitologici con Narciso intento ad ammirare il suo riflesso in uno specchio d’acqua, e Perona mentre allatta al seno il suo anziano padre Myconis. Nel triclinio invece al centro della parete sinistra, è rappresentato Neottolomeo mentre uccide con la spada il padre Oreste, presso l’altare di Apollo. Questa scena è tratta dalla tragedia di Euripide, “Andromaca”. Nel cubicolo successivo, una piccola ma intricate scena di trionfo di amorini, dipinta su di uno sfondo nero, fa da cornice ad un quadro mitologico con Arianna intenta a portare un filo a Teseo, per consentirgli di uscire dal labirinto. La casa si apre poi verso il giardino, i cui muri erano una volta coperti di affreschi con scene di caccia ad animali selvatici. La scelta dei soggetti mitologici da rappresentare nella casa, ricca di riferimenti artistici e letterari, sottolinea lo status del proprietario e l’alto livello culturale dello stesso.
Casa di Lucio Cecilio Giocondo
L’austero portale di tufo e la tecnica costruttiva delle mura interne, indica che la casa venne originariamente costruita nel II secolo a.C., ma interventi importanti di ricostruzione e ridecorazione furono condotti nell’ultima fase di vita della città, quando la famiglia dei Caecilii ne divenne proprietaria. Caecilius era un importante banchiere di Pompei, che probabilmente divenne molto ricco prestando denaro a chi aveva necessità di riparare la propria casa, dopo il tragico terremoto del 62 d.C. Uno strepitoso archivio di 154 tavolette cerate, carbonizzate ma ancora leggibili, venne ritrovato all’interno della casa, consentendo ai ricercatori di ricostruire dieci anni della sua attività. Un ritratto bronzeo del fondatore della famiglia venne ritrovato nel tablinio, lì dove furono individuate le tavolette, ed è attualmente conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli. I più famosi ritrovamenti della casa sono però due rilievi marmorei ( di cui uno rubato), che decoravano il larario dell’atrio (una sorta di piccola cappella familiare per il culto domestico). I due rilievi, unici nel loro genere, rappresentano gli effetti del terremoto del 62 d.C., su alcuni edifici della città di Pompei. Questi manufatti vennero probabilmente commissionati da Caecilio per ingraziarsi il volere degli Dei. Il tablinio della casa è decorato con un pavimento a mosaico e pitture in III stile, che includono una celebre rappresentazione pittorica, di un Satiro intento a toccare il seno di una Menade e, dall’altro alto della stanza, una rappresentazione del corpo di Ettore dopo la battaglia. Il peristilio, molto be conservato, presenta dei magnifici giochi d’acqua con fontane in marmo e affreschi erotici.
Casa delle Nozze d’Argento
La casa deve il suo nome alla visita agli scavi che il re Umberto I di Savoia e la regina Margherita fecero nel 1893, in occasione delle loro nozze d’argento. La casa è la più grande dell’isolato e dà il nome anche ad una delle strade che su di essa si affacciano. Gran parte dell’isolato così come l’incrocio di strade che lo definivano era rimasto, fino a pochi anni fa, inesplorato e ancora coperto dai materiali vulcanici dell’eruzione del 79 d.C. Nei prossimi anni si potrà invece aggiornare la mappa della città, poiché grazie alle operazioni di scavo gli archeologi hanno portato alla luce una piccola piazzetta dotata di fontana, una caupona e alcune case, finora sconosciute. Tutte queste scoperte contribuiscono a comprendere meglio il contesto in cui la Casa delle Nozza d’argento venne costruita, mentre proseguono le operazioni di restauro, utili a riaprire presto al pubblico l’immensa dimora. L’imponenza della struttura architettonica della casa è immediatamente evidente: l’ingresso si apre su di un ampio atrio corinzio con colonne tufo. Il proprietario, Lucius Albuicius Celsus, sottolinea con queste scelte la sua ricchezza e l’appartenenza ai membri dell’aristocrazia locale. Nel settore retrostante della casa si aprivano due giardini: il primo in linea con l’atrio, con un peristilio rodio intorno al quale si apre un quartiere termale privato e una piscina all’area aperta. Nelle terme il pavimento è decorato con un pavimento a mosaico e pitture di II stile mentre il soffitto a volta è sostenuto da colonne che imitano il porfido. Il secondo giardino, più largo del primo, è completamento circondato da muri ed è dotato di una piscina al centro, e di un triclinio all’aperto.
Caserma dei Gladiatori
L’edificio costituiva il quartier generale di una corporazione di gladiatori ed era da questi usato anche per gli allenamenti. Le testimonianze di questo utilizzo sono evidenti nelle 120 iscrizioni ritrovate all’interno dell’edificio, tutte riguardanti i gladiatori. Dopo il terremoto del 62 d.C. la struttura mutò destinazione d’uso e divenne una casa privata, forse anche a causa della decisione del Senato di Roma di sciogliere le associazioni di gladiatori, considerate una delle fonti della violenta rivolta avvenuta fra i Pompeiani e i Nocerini nel 59 d.C. La caserma è meno conosciuto rispetto alla più nota caserma dei gladiatori della Regio VIII ma presenta elementi strutturali simili, con due rampe di accesso che conducono a un peristilio dotato di 24 colonne. A nord del peristilio vi sono poi dei triclinia e delle esedre, mentre a sud si trovano altre stanze di soggiorno. L’edificio inoltre era anche dotato di una stalla.