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Casa di Trebio Valente
La casa apparteneva alla famiglia dei Trebii, una delle più importanti gens della città di Pompei e fu scavata fra il 1913 e il 1915, durante l’esplorazione di via dell’Abbondanza. Sulla pareti esterne della domus furono individuate moltissime iscrizioni elettorali e alcuni manifesti pertinenti a giochi gladiatori che si sarebbero svolti nell’area dell’Anfiteatro. Purtroppo durante i bombardamenti occorsi nel 1943, gran parte di tali iscrizioni sono andate perdute anche se alcuni lacerti sono ancora leggibili. La struttura della casa, dotata di atrio e peristilio, è tipica delle abitazioni di periodo repubblicano. Dall’atrio è possibile accedere a numerose stanze, decorate sia in II che in IV stile. Il peristilio incornicia l’area del giardino, dotata di fontane e giochi d’acqua, visibili anche dal triclinio. Quest’ultimo è visibile anche dall’esterno della casa, ed è caratterizzato da una decorazione a scacchiera di colori giallo, verde, rosso e bianco, poco attestata a Pompei. Su una di queste pareti, i primi scopritori, furono inoltre in grado di riconoscere una peculiare iscrizione, riportante la prima riga dei versi dell’Eneide di Virgilio.
Casa del Moralista
La casa venne esplorata durante gli scavi di via dell’Abbondanza, tra il 1916 e il 1917. La struttura come osservabile attualmente, deriva dall’unione di due diverse proprietà. Gran parte dell’area della domus è occupata da un largo giardino, con triclinio, utilizzato durante i mesi estivi per banchetti all’aperto. Le pareti sono decorate con fiori e uccelli, ma conservano anche le preziose iscrizioni che hanno suggerito il suggestivo nome della casa. Sui muri si legge infatti una lista di precetti e di aspettative di condotta da tenere durante le occasioni festive: in particolare come evitare litigi, come allontanare gli sguardi delle mogli di altri uomini e come lavarsi.
Schola Armaturarum
La Schola Armaturarum fu scavata in larga parte nel 1915. Dopo I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, la struttura venne rinforzata e restaurata, con la creazione di un solaio in cemento armato, utile alla protezione delle pitture presenti all’interno. Con il tempo, tale tipo di restauro, si è dimostrato inefficace, a causa dell’eccessivo peso delle strutture sulla muratura antica. Purtroppo tale condizione, unitamente alla pressione provocata dalla cenere e dai lapilli dell’area non scavata alle spalle della Schola, hanno provocato, il 6 Novembre del 2010 il crollo della struttura. In anni recenti, con l’avvio delle operazione del Grande Progetto Pompei, finanziato dall’unione Europea, la Schola è stata restaurata con l’ausilio di archeologi e restauratori esperti. In origine l’edificio era utilizzato come quartier generale di un’associazione para-militare. Tale interpretazione è supportata dalla presenza, ai lati dell’ingresso, di affreschi rappresentanti trofei d’armi, mentre all’interno sono stati individuati degli armadi contenenti armi quali elmi, scudi e spade. Alle spalle della Schola, gli scavi più recenti, hanno inoltre portato alla luce un numeroso gruppo di anfore vinarie, presumibilmente utilizzare in occasione di festività e banchetti, da parte degli “associati”, che qui si riunivano per programmare le attività militari, così come i giochi gladiatori che si sarebbero dovuti svolgere nel vicino Anfiteatro.