Gli Scavi di Pompei
Gli scavi archeologici di Pompei hanno svelato i resti della città antica di Pompei, nella zona della collina di Civita, alle porte della città di oggi, in provincia di Napoli.
L’antica città romana fu seppellita da una coltre di ceneri e lapilli durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Gli scavi furono iniziati per volere di Carlo III di Borbone e sono, a tutt’oggi, una delle migliori testimonianze della vita romana dell’epoca, grazie allo stato di conservazione del sito.
La maggior parte dei reperti recuperati (suppellettili di uso quotidiano ma anche affreschi, mosaici e statue) è conservata al museo archeologico nazionale di Napoli, e in piccola parte nell’Antiquarium di Pompei.
La notevole quantità di reperti è stata utile per far comprendere gli usi, i costumi, le abitudini alimentari e l’arte della vita di oltre due millenni fa.
Il sito di Pompei, nel 2016, ha superato i tre milioni di visitatori risultando il terzo sito museale statale più visitato in Italia dopo il Pantheon e il circuito archeologico del Colosseo, Foro Romano e Palatino.
Nel 1997, per preservarne l’integrità, le rovine, insieme a quelle di Ercolano e Oplonti, sono entrate a far parte della lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
L’antica città romana fu seppellita da una coltre di ceneri e lapilli durante l’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.
Gli scavi furono iniziati per volere di Carlo III di Borbone e sono, a tutt’oggi, una delle migliori testimonianze della vita romana dell’epoca, grazie allo stato di conservazione del sito.
La maggior parte dei reperti recuperati (suppellettili di uso quotidiano ma anche affreschi, mosaici e statue) è conservata al museo archeologico nazionale di Napoli, e in piccola parte nell’Antiquarium di Pompei.
La notevole quantità di reperti è stata utile per far comprendere gli usi, i costumi, le abitudini alimentari e l’arte della vita di oltre due millenni fa.
Il sito di Pompei, nel 2016, ha superato i tre milioni di visitatori risultando il terzo sito museale statale più visitato in Italia dopo il Pantheon e il circuito archeologico del Colosseo, Foro Romano e Palatino.
Nel 1997, per preservarne l’integrità, le rovine, insieme a quelle di Ercolano e Oplonti, sono entrate a far parte della lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.